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Velocità e peso dei siti internet tornano ad essere l’argomento principale, soprattutto in questi mesi. Il traffico mobile ha superato quello da desktop e questo ha spostato l’attenzione a questo aspetto.

PageSpeed è stato introdotto inizialmente da Google come fattore di ranking e si sono diffusi ottimi tool per l’analisi e la risoluzione delle problematiche legate alle scarse performance. Successivamente sono state introdotte tecnologie per migliorare l’esperienza dell’utente, che si basano su una struttura semplificata di caricamento dei contenuti da mobile.
Questo avviene in maniera istantanea, sfruttando la potenza delle infrastrutture di Google, Facebook e Apple.

AMP di Google.

Le tre piattaforme li caricano sui loro server, formattandoli per poi servirli agli utenti in meno di 100 millisecondi. L’approccio più aperto è certamente quello di Google AMP (accelerate mobile pages), che permette di caricare una versione apposita del nostro sito direttamente in una sotto cartella del nostro dominio e che delega ai suoi spider l’indicizzazione del contenuto.
In questo modo, chi clicca da mobile sulla scheda AMP con il nostro contenuto atterrerà su una versione ottimizzata direttamente da Google anche nell’url.
Questo non significa che Google si sta appropriando del contenuto, la cui proprietà è sempre del sito dal quale proviene.

Gli Instant article di Facebook.

Questa tecnologia messa a punto per Facebook funziona in modo diverso: oltre a richiedere una versione apposita del proprio contenuto, obbliga a subire un processo di sottoscrizione e revisione, i cui requisiti iniziali sono quelli di avere almeno 50 articoli validi, una presenza costante e un’attività documentata della pagina di riferimento. Lo spiega Eugenio Petullà nel libro Seo&Content, di di Salvatore Russo e Ale Agostini edito da Hoepli.

Facebook – Instant Articles :60 from Strike Anywhere on Vimeo.

I contenuti vengono caricati da Facebook solo all’interno della App mobile, al di fuori della quale non si trarrà alcun vantaggio dalla loro implementazione.
Dalla combinazione dei due sistemi si possono ottenere ottimi risultati e Yoast è stato uno dei primi a creare un collante tra il mondo AMP e quello del suo plugin per la SEO, con l’estensione Glue for Yoast SEO & AMP, che permette di controllare la tipologia di contenuto da condividere in AMP, integrandola con analytics e consentendo anche di personalizzare link e colori delle pagine accelerate.

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